Un dialogo straordinario e per molti versi sorprendente, quello tra il cardinale Mauro Gambetti, il Presidente della FIGC Gabriele Gravina e monsignor Vincenzo Orofino, che ha scaldato la piazza della Festa di Avvenire a Potenza, in una serata decisamente fresca. Un dialogo sorprendente, dicevamo, perché del calcio e di ciò che lo muove pensiamo di sapere tutto e, invece, Gambetti, Gravina, Orofino e il moderatore, il giornalista di Avvenire Massimiliano Catellani, ci hanno fatto riflettere sullo sport più praticato, amato, commercializzato al Mondo, partendo da quell’elemento senza del quale il pallone non avrebbe più senso per nessuno, quello del gioco, o meglio, come sta scritto nel nome della Federazione Calcio “giuco”.
Quando è morto Gianluca Vialli – ha detto Orofino introducendo gli ospiti - i media hanno ricordato che lui, come tanti altri campioni, ha iniziato a giocare da bambino all’oratorio. Immaginatevi tutti i nostri oratori, le parrocchie, pieni di campetti con tante squadre di ragazzi, che diventano amici giocando e che coinvolgono altri amici giocando. Perché il gioco del calcio, prima di arrivare alla nazionale, esiste nella realtà di tutti, ed è in quella realtà quotidiana che l’uomo fa i conti con quello per cui vale la pena vivere. Quando vediamo giocare a pallone i ragazzi siamo felici, perché emerge l’innocenza del gioco, che è un’espressione bella della vita delle persone. Spetta a noi far passare in quel gioco i valori che restano per sempre”.
GambettI e Gravina, sollecitati da Castellani, hanno iniziato ricordando le esperienze sportive della loro gioventù, per far emergere quel valore senza del quale il pallone si sgonfia, anche se gli interessi e i fatturati aumentano: “Negli ultimi 30 anni c’è stato un rovesciamento di valori, che mi ha fatto disaffezionare al calcio - ha detto Gambetti -. L’aspetto economico ha preso il sopravvento su quello umano e, come dice il Vangelo, non si possono servire due padroni. Ci sono genitori che pagano per vedere i figli in prima squadra, invece dovremmo insegnare che si può stare anche in panchina, se in quel momento c’è qualcuno più bravo, ma non per questo sentirsi dei falliti. Dovremmo imparare tutti a declinare ogni aspetto della vita in amicizia”.
"É necessario riscoprire il senso del gioco, e i bambini devono giocare liberi, basta con la schiavitù dei tatticismi - ha spiegato Gravina - Il fenomeno della globalizzazione è inarrestabile ma stiamo attenti a non inseguire solo la dimensione economica, perché si creano bolle che prima o poi scoppiano, come è accaduto in Cina e in Turchia. Noi oggi imitiamo la Premier, ma io preferisco il modello tedesco, che valorizza i propri vivai. Il calcio non può essere solo la divinazzazione del campione. La FIGC ha 803 mila tesserati dai 5 ai 15 anni, ovvero il 20 per cento della popolazione italiana in quella fascia d’età, ma dobbiamo far capire che solo uno su cinquemila diventa professionista e uno su 30mila, forse, arriva in nazionale. Meglio studiare e praticare il calcio per quello che è, lo diciamo noi che stiamo facendo grandi sforzi per dare spazio ai giovani di talento che abbiamo”.
Ma il dialogo si è fatto ancor più emozionante quando Gravina ha parlato della Divisione Paralimpica e Sperimentale della FIGC, unica federazione al Mondo ad averla, e delle altre iniziative di inclusione: “Ci sono 3000 ragazzi tesserati, con problemi cognitivi, che giocano al calcio, che, credetemi, fa miracoli. Vi invito a seguire le partite e parlare con le famiglie. Inoltre è meraviglioso vedere i 2000 minori stranieri, arrivati in Italia non accompagnati, che fanno parte del Progetto Rete. Hanno un loro campionato, molti sono stati tesserati come arbitri, come giocatori dilettanti e alcuni come professionisti”. Inoltre Gravina ha preso il Castel di Sangro come caso esemplare di società di calcio che diventa un volano di sviluppo economico e sociale per tutto il territorio: “Oggi Castel di Sangro è una delle città del turismo sportivo più belle d’Italia e questo accade quando l’economia è al servizio dell’uomo e non viceversa”.
Il cardinale Gambetti ha anche lanciato una nuova proposta di collaborazione con la FIGC: “Per cercare di rieducare ed educarci al calcio, mettendo a tema i valori e l’orizzonte umano di questo sport, potremmo costruire dei percorsi con gli adulti, non solo con i ragazzi, ma soprattutto con gli allenatori e i dirigenti di ogni categoria”.>Ma i valori del calcio sono emersi anche alcune ore prima, durante la presentazione del volume curato dall’avvocato Giancarlo Viglione, che integra per la prima volta il codice della FIGC con le norme del CONI e con la normativa statale. All’incontro, che si è svolto presso l'Auditorium Pontificio Seminario Minore, hanno partecipato, insieme all’autore del libro “Giustizia sportiva e ordinamento statale”, Gerardo Mastandrea, Salvatore Sica e Germana Panzironi. Ha moderato Massimiliano Castellani.
GUARDA I VIDEO:
1) INTEGRALE – PRESENTAZIONE DEL CODICE DI GIANCARLO VIGLIONE – ORE 18:00
2) INTEGRALE DELLA SERATA – I VALORI DEL CALCIO – ORE 21:00
3) RIASSUNTO DELLA SERATA
4) LA NUOVA TG
5) LA NUOVA TG
6) TG2000
7) TRM
Festa di Avvenire a Potenza, un dialogo sui valori del calcio
Un "giuoco" da ragazzi. I valori etici del calcio e dello sport sono stati al centro degli interventi del cardinale Mauro Gambetti, del Presidente della FIGC Gabriele Gravina e di monsignor Vincenzo Orofino, protagonisti della terza serata della Festa di Avvenire in Basilicata.
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