"Dobbiamo avere il coraggio di scrivere la grammatica e la sintassi di un nuovo umanesimo che vede l’amore come principio cardine dell’organizzazione. È paradossale parlare di umanizzazione delle cure perché la cura implica in sé una dimensione umana senza interrogativi, ma se nel tempo che stiamo vivendo parliamo di umanizzazione della cura è perché si sta affermando sempre più la cultura dell’indifferenza, della negazione dell’altro soprattutto quando l’altro è diverso e ci pone in un atteggiamento di marginalizzazione": è quanto ha sottolineato monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, nel corso di un convegno, svoltosi presso la “Città del sollievo” di Bitonto. Al convegno ha preso parte anche Angelo Chiorazzo, fondatore cooperativa Auxilium che ha portato sul palco la sua testimonianza partendo dall'esempio del Bambino Gesù che sgombra il campo dall’equivoco che sorge quando si parla di umanizzazione della cura ritenendo che tra umanità, tenerezza, compassione, qualità della cura, terapie all’avanguardia e scienza medica, non c’è divaricazione, ma unanimità valoriale.
L'umanizzazione della cura, l'articolo de L'Osservatore Romano
L'articolo de L'Osservatore Romano sul convegno che si è svolto a Bitonto e durante il quale si è parlato di ricerca e umanizzazione delle cure. Al convegno ha partecipato anche il fondatore di Auxilium, Angelo Chiorazzo.
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